TANGO E MILONGA

Massimo Maria Carpinteri, olio su tela cm. 30X60 (2025)

TANGO E MILONGA

SINOSSI:
Il racconto "Tango e Milonga" è una riflessione evocativa sulla danza, la passione e i ricordi che ci definiscono. Attraverso la relazione tra i due protagonisti, vengono esplorati gli alti e bassi emotivi della vita, le perdite e il desiderio di redenzione. Il racconto cattura magistralmente la trasformazione interiore di Milonga, che, attraverso il ballo, affronta il suo passato e si lascia trasportare dalla musica, lasciando indietro la paura e il dolore. La narrazione fluisce con la stessa intensità di un tango, tra nostalgia ed estasi, immergendo il lettore in un viaggio ricco di emozioni complesse e universali.

TANGO E MILONGA

La passione non si crea, arriva e ti trasforma. Si nutre della tua energia e non puoi fare altro che arrenderti e lasciarti trascinare.

Milonga sta per salire le scale che la portano a una nuova pista, quando una valanga di ricordi la investe per arrestare o forse accelerare la sua esibizione. Ancora tre di passi e sarà al centro dell’attenzione.

Tango è lì ad aspettarla, con indosso una camicia bianca e bretelle larghe abbinate a pantaloni con orlo con risvolto. Le sue braccia morbide e le mani grandi la cingeranno e proteggeranno, come fa un padre con la figlia femmina. Milonga ama ballare sin da quando era piccola e ricorda ancora quando tutti si giravano a guardarla mentre muoveva i suoi agili piedi. Dopo la morte della mamma tutto cambiò. Il padre decise di trasferirsi a Buenos Aires e lei non rivide più la sua adorata zia Tula che continuava a piangere all’aeroporto prima di lasciarli andare.

 −Quella è l’altra parte del mondo −ripeteva tra un singhiozzo e l’altro.

Ripensare a quella partenza le toglie ancora il respiro, ma non può distrarsi proprio adesso che gli occhi neri e profondi di Tango la stanno aspettando. L’ha conosciuto durante una festa in piazza e non ha smesso di ballare con lui da quando la venne a cercare seduta su uno sgangherato divano, dove era solita trascorrere le serate con il padre. Tra loro ci fu subito intesa. Hanno ballato su piste affollate e partecipato a competizioni emozionanti di Chicago, New York, Roma e Caracas. Sono stati sempre in viaggio, fino a quando Milonga, un giorno, stanca e innamorata, fermò il fruscio delle balze del suo vestito rosso e il ticchettio dei suoi tacchi alti. Tango non capì, ma si sedette e la aspettò con pazienza.

Tre scalini ancora la dividono da lui e i ricordi non cessano di arrivare. Il primo è quello della casa buia e fredda dove ha lasciato il padre prima di partire a esibirsi in giro per il mondo. Quante volte avrebbe voluto chiamarlo semplicemente per dirgli che sarebbe tornata presto, ma il tempo della giovinezza non scorge così in fretta il traguardo finale della vita, come fa la vecchiaia. Gli anni che restano sono pochi e tutto svanisce velocemente, come quella notte di balli a Parigi quando le fu detto che papà non avrebbe più risposto ai suoi tanti tentativi. Non c’erano più bridges che li univano, ma solo memorie che facevano più male dell’attesa.

–Dai, su andiamo, non stare lì impalata, Milonga. Tutti stanno a guardarti. Cos’hai? −sussurra Tango.

Al secondo scalino arriva un brivido di paura che la coglie impreparata, tra luci e colori. Ricorda quell’uomo che l’ha riempita di accuse e insulti per tanti anni. Le piacerebbe potesse riappropriarsi di quel tempo sprecato dietro le sue false promesse!

−Milonga, sveglia. Vieni avanti! −Tango la riporta al presente. É pronta per la pista anche se il resto è tutta un’altra storia, pensa alla fine di ogni spettacolo.

Al terzo scalino il suono ammaliante di trombe, violoncelli e fisarmoniche trascina i due ballerini su un pavimento luccicante come un mare piatto in cui immergersi. Sotto il vigile sguardo di uno spicchio di luna, il cielo spegne i suoi colori e li eleva fino alle cime più alte dei tetti dove colorate mongolfiere li riporteranno indietro. Ballano di fronte a sguardi attoniti e luci che girano, come un gomitolo di lana sulla sua ruota di filatura. La sala è entusiasta e loro sorridono, niente è come prima. Tango cinge Milonga e il calore si fonde al desiderio, all’estasi di un nuovo giro. Il piacere arriva lungo tutto il corpo, si stirano le gambe, si avvinghiano i fianchi reciprocamente fino all’ultima melodia. Milonga è felice mentre Tango la sostiene, la accarezza, la lascia scivolare all’indietro e poi la fa volteggiare in aria. È salda la mano di Tango in quella di Milonga che si abbandona all’indietro e si ritrova in avanti dopo pochi sicuri secondi. È scomparso il freddo e la paura. Adesso rimane solo il piacere a sedurli.

 –Un ultimo ballo ancora Milonga.

 – Solo uno, Tango, poi si spengono le luci e si torna ad essere Anna e Carlos.


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